In mezzo al mondo senza essere mondani
Il Cristiano deve sapersi sottrarre – facendo ricorso ai mezzi necessari – a quella grande ondata di sensualità e di consumismo che pare voler travolgere tutto.
Non abbiamo paura del mondo perché è il che abbiamo ricevuto la chiamata alla santità, e non possiamo disertare, poiché il Signore ci vuole come fermento e lievito; i cristiani “sono un’iniezione endovenosa nel sistema circolatorio della società”.
Essere in mezzo al mondo non significa, però, essere frivoli e mondani: “non chiedo che tu li tolga dal mondo”, ha chiesto Gesù al Padre, “ma che li custodisca dal maligno”.
Dobbiamo essere vigilanti con una vita di orazione autentica e senza dimenticare che le piccole mortificazione – e quelle grandi, quando dovessero presentarsi e quando il Signore volesse permetterle – hanno il compito di mantenerci sempre all’erta, come il soldato che non si lascia vincere dal sonno, perché quel che dipende dalla sua vigilanza è di grande valore.
Gli apostoli ammonivano quanti si erano convertiti alla fede a vivere la dottrina e la morale di Cristo, in un ambiente pagano non molto dissimile da quello in cui viviamo oggi. Chi non lottasse in maniera decisa sarebbe travolto dal clima di materialismo e di permissivismo.
E’ evidente, anche in Paesi di profonda tradizione cristiana, quanto siano diffusi modi di vivere e di pensare in aperto contrasto con le esigenze morali della fede cristiana e persino con quella della stessa legge naturale. I divulgatori del nuovo paganesimo hanno trovato un buon alleato nei divertimenti di massa, che esercitano una grande influenza nell’animo degli spettatori.
Proliferano, con tanto maggior abbondanza in questi ultimi anni, certi spettacoli che con i pretesti più diversi, o anche senza pretesti, eccitano la concupiscenza e favoriscono una situazione interiore di impurità che dà luogo a molti peccati interni ed esterni contro la castità. Sarebbe impossibile a un’anima che vivesse in questo clima di sensualità seguire Cristo da vicino, e forse nemmeno da lontano. Non è raro che, insieme all’inverecondia e all’impudicizia nella forma o nel contenuto, questi spettacoli cerchino di mettere in ridicolo la religione e le verità più sante del cristianesimo, e ostentino irreligiosità e ateismo, con un linguaggio blasfemo e con atteggiamenti irriverenti.