Siamo tutti figli di Dio, teniamolo a mente ogni giorno
Nel passare le nostre giornate è sempre rassicurante tenere a mente che la nostra comunanza nell'essere tutti figli di Dio può illuminarci e accompagnarci durante la quotidianità.
Tra le conseguenze più immediate vi sono il senso di fraternità che dovrebbe proprio per questo legarci come esseri viventi, l'atteggiamento che davanti alle difficoltà diventa proattivo, fiducioso, conscio della guida del Signore che ci supporta e ci indica la direzione da prendere, e la fiducia nell'orazione, nei consigli, l'apertura verso il prossimo.
Se Gesù si pone come ultimo tra gli ultimi difronte a Giovanni sulla riva del Giordano in attesa del battesimo, è proprio affinché lo Spirito Santo si posi su di Lui e riporti la voce del Padre che gli sussurra "Tu sei il Figlio mio prediletto, in te mi sono compiaciuto", "Tu sei mio figlio, io oggi ti ho generato", nell'eternità il Figlio Unigenito di Dio, "nato dal Padre prima di tutti i secoli [...], generato, non creato, della stessa sostanza del Padre; per mezzo di lui tutte le cose sono state create".
Se quindi accettiamo di essere "alter Christus, ipse Christus" teniamo sempre a mente che in Lui e per Lui siamo stati fatti figli di Dio ed eredi del cielo.
Se ci concentriamo sul Nuovo Testamento è chiaro come la filiazione celeste rivesta una posizione fondamentale all'interno della buona novella cristiana, come monito e continua indicazione dell'amore di Dio nei confronti degli esseri umani. "Quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente!". E' stato proprio Gesù a ripeterlo a noi discepoli, sia direttamente con l'insegnamento a rivolgersi a Dio come Padre, sia indirettamente indicandoci la santità quale imitazione finale, sia introducendoci le numerose parabole dove Dio figura sempre come accomodante e tranquillizzante figura paterna.
In un gesto di estrema bontà Egli ha infatti creato l'uomo elevandolo all'ordine soprannaturale di Suo figlio affinché attraverso la grazia potesse questo accomunarsi alla Beatissima Trinità del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, senza per tale motivo snaturare il suo essere creatura.
Ci forma come Suoi figli ma non per questo esaurisce il Suo dono a semplice titolo, anzi ci eleva realmente a uno stato superiore attraverso il quale pone su di noi un indelebile traccia di divinazione. Per questo motivo "Dio mandò il suo Figlio, nato da donna [...], perché ricevessimo l'adozione a figli. E che voi siete figli ne è prova il fatto che Dio ha mandato nei nostri cuori lo Spirito del suo Figlio che grida: Abbà, Padre! Quindi non sei più schiavo, ma figlio; e se figlio, sei anche erede per volontà di Dio".
Non siamo estranei, servitori trattati con riguardo, addirittura amici, bensì figli. Ci permette per tramite della Sua estrema misericordia di manifestare nei Suoi confronti una paterna pietà e anche l'ardire tipico del figlio, consapevole che il Padre non gli rifiuterà mai nulla.
"Egli mi ha detto: 'Tu sei Mio Figlio, io oggi ti ho generato" sono i versi del Salmo 2 che, citando la manifestazione di Cristo in terra, si rivolgono parallelamente a noi tutti per ribadire che Gesù ci accompagna nelle giornate e nella vita intera per permetterci di seguirLo, imitarLo e di identificarci con Lui, ognuno nelle specifiche circostanze e opportunità.
Nel momento, infatti, in cui viviamo come buoni figli di Dio tendiamo a considerare ciò che avviene come una manifestazione della Sua volontà, con le robuste lenti della fede, e sarà così che ricominceremo a vedere in chi ci circonda dei fratelli, essendo tutti noi figli dello stesso Padre.
Stima e rispetto per gli uomini ci infonderanno lo stesso desiderio che è nel cuore di Gesù, la santificazione e l'ascesa tra fratelli, alla quale contribuiremo permettendo a queste persone di avvicinarsi a Cristo e a rinsaldare quel legame che ci unisce in quanto figli di nostro Signore. Perseguiremo uniti, quindi, la stessa sollecitudine apostolica di Cristo: lo zelo per la gloria del Padre e per la salvezza dell'intera umanità. Attraverso la preghiera, i piccoli aiuti materiali e la comprensione empatica nei confronti dei difetti altrui possiamo realizzare la manifestazione di questa fraternità insita nella filiazione divina. E questo succede quotidianamente in innumerevoli occasioni.
Essere Suoi figli non è un qualcosa in più, al contrario, definisce la nostra essenza soprannaturale e ci guida verso il giusto atteggiamento nei confronti di ciò che ci avviene. Non è quindi una virtù specifica, che si manifesta in proprio, ma la principale e permanente condizione del nostro essere per mezzo della quale tutte le virtù possono prendere forma e vita.
"Non possiamo essere figli di Dio solo di quando in quando, anche se ci devono essere alcuni momenti particolarmente riservati a considerare e approfondire la realtà e il senso della filiazione divina, che è il nocciolo della pietà". In questo modo non dimenticheremo mai che nostro Padre ci aspetta al ritorno a casa per un conforto e per il perdono, per renderci la dignità di figli laddove ci fosse sfuggita.