La carità
Fede, speranza e carità sono le tre virtù teologali, il cui esercizio consente all’uomo di vivere instaurando una piena relazione con Dio e, perciò, si offrono come fondamenti e principi vivificatori dell’agire umano.
Esse sono un dono poiché infuse nel cuore e nella mente dell’uomo per volontà e grazia divina.
Eppure tra di esse, nella Prima lettera ai Corinzi, San Paolo ci dice ancora oggi come la carità sia la più grande. Lungi da proporre una “classifica” delle virtù, l’apostolo pone l’accento su di essa in un contesto di spiegazione e di indicazione del cammino da seguire per gli indirizzari della sua epistola, ovvero la giovane comunità cristiana di Corinto.
La ricchezza semantica della carità abbraccia tutto un universo di significati, che l’apostolo Paolo si premura di sciogliere indicandone le diverse declinazioni.
La carità si declina, allora come ciò che ci rende davvero uomini e non semplici oggetti dotati di capacità di emettere suoni e di muoversi. San Paolo è molto chiaro al riguardo: doni e carismi come la profezia o la pienezza della fede non ci renderebbero uomini migliori se non fossero accompagnati dalla carità.
La carità è amore, dono di sé per amore, come ci ricorda l’esempio di Cristo.
La carità è pazienza, esercizio di moderazione e sopportazione.
La carità è benevolenza, ovvero non solo la buona disposizione verso l’altro, ma il riflesso dell’amore che unisce Dio, che elargisce la grazia santificatrice, e l’uomo, che si avvicina a Dio attraverso l’esercizio della carità. Un amore che, come ha ricordato Benedetto XVI, è connaturato al disegno divino creatore frutto del mistero della volontà di Dio, che ha rivolto verso di noi la propria benevolenza e ce ne ha fatti partecipi.
La carità è magnanimità, laddove essa allontana l’uomo dall’invidia per ciò che si reputa un altro possegga e spinge colui che la prova in uno stato di prostrazione tale da desiderare il male per quella persona.
La carità è umiltà, poiché essa allontana l’uomo dal proprio orgoglio.
La carità è rispetto verso tutto ciò che Dio ha creato, massimamente l’umanità, poiché esso si concretizza, come ha avuto modo di sottolineare papa Francesco nell’omelia a Concistoro ordinario del febbraio 2015, nella capacità di considerare l’altro, la sua dignità, le sue istanze e i suoi bisogni.
La carità è accoglienza e inclusione, laddove sulla base del rispetto dell’altro lo riconosciamo uguale a noi e dunque lo accogliamo come nostro pari.
La carità è altruismo, poiché non il proprio ma l’interesse dell’altro è ciò che ne muove la realizzazione nell’agire umano, decentrando l’io per porvi solamente Cristo.
La carità è placidità, allontanando l’uomo dall’ira facile e da tutti quei comportamenti ed azioni sbagliate, frutto di impulsività, a favore di una serena calma che scaturisce dalla vera forza d’animo e dalla fiducia in Dio.
La carità è indulgenza, laddove il male ricevuto non trova spazio per alimentare il rancore, ma grazie ad essa si apre il cuore dell’uomo alla tolleranza ed alla relazionalità.
La carità è misericordia, quale inclinazione alla pietà ed al perdono.
La carità è giustizia, laddove il suo esercizio conduce alla ferma denuncia dell’ingiustizia.
La carità è amore della verità che trova nella parola di Cristo ed è chiamato a perseguire nella sua vita come riflesso di essa.
La carità è saper comprendere e scusare l’altro, poiché solo attraverso la comprensione e l’empatia si può vedere il bene che è nell’altro.
La carità è fiducia, da donare all’altro quale frutto di quella esperita nell’abbandono confidente e sereno al volere di Dio.
La carità è speranza, poiché rende capaci di dare speranza a chi ne ha bisogno grazie alla forza che scaturisce della speranza in Dio.
La carità è tolleranza, poiché tutto sopporta, rendendo capaci di tollerare ogni situazione, così come Cristo ha sopportato per amore nostro il peso del peccato umano.
La carità è infinta, poiché nel momento in cui si realizzerà la pienezza dei tempi, quando cesseranno di dare i loro frutti i doni divini come la profezia o la capacità di parlare più lingue, solo per fare alcuni esempi, essa perdurerà in tutta la sua perfezione di contro all’imperfezione umana.
Nei secoli che abbiamo lasciato alle nostre spalle, nel nome della carità cristiana sono stati, a volte, perpetrati crimini orribili e indegni di essa, ma nel suo stesso nome sono state e sono compiute anche ora, mentre sto scrivendo, piccole e grandi battaglie che, nella gioia e nel dolore, ci rendono degni di essere creature di Dio, veri suoi figli e segnano profondamente il nostro agire.