L’opera di Maria attraverso la vita di Chiara Lubich
Il 9 Marzo in tutto il mondo ricorre la morte di Chiara Lubich (all’anagrafe Silvia), la fondatrice dell’Opera di Maria, la cui denominazione corrente è il “Movimento dei Focolari”. Il giorno dei funerali, 9 anni fa, furono deposti sulla bara 3 garofani rossi, in ricordo dei 3 fiori che Silvia aveva portato al crocefisso il 7 Dicembre 1943 quanto lei, con voti privati, si consacrò a Dio: da quel giorno Silvia divenne Chiara e l’incendio dell’amore per Dio divampò nel suo cuore. L’inizio del movimento si fa risalire quindi al 1943 quando la giovanissima Chiara si ritrovava nei rifugi a Trento durante i bombardamenti con alcune compagne. L’esperienza terribile del crollo dei loro sogni, per una la morte del fidanzato, per l’altra il crollo dell’abitazione, per un’altra ancora l’impossibilità di proseguire gli studi, la face riflettere e cercare l’unico ideale che rimane: Dio. Il Vangelo divenne l’unico compagno nel rifugio e lì le parole lette sembrarono illuminarsi di una luce nuova. La scoperta di Dio-Amore, un Dio che ci ama immensamente, il comandamento dell’amore scambievole: “amatevi l’un l’altro come io vi ho amato” divenne per loro il cuore del Vangelo e il testamento di Gesù: “che tutti siano uno” divenne lo scopo della loro vita. L’attenzione di Chiara si focalizzò, poi, sul grido di Gesù sulla croce: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?” comprendendo che quello, e non il Getsemani, come di solito si pensava, era stato il momento di massimo dolore per Gesù, oltre allo strazio fisico, lo strazio morale di sentirsi diviso dal Padre. Insieme alla scoperta dell’amore scambievole, fino al punto di dare la vita l’una per l’altra, Chiara e le sue compagne si concentrano sulle parole di Gesù sulla croce: “Fa che tutti siano uno, come tu Padre sei in me ed io in te” e questo divenne per loro l’ideale più grande, vivere per l’unità degli uomini già qui sulla terra. Il modo di vita di queste ragazze era tanto spontaneo e coinvolgente da attirare sempre più persone intorno a loro. Come più volte la fondatrice ha ricordato nel corso degli anni, era come se lo Spirito Santo agisse attraverso di lei guidandola sui passi che Lui stesso aveva pensato. E bisogna proprio dire che avesse pensato in grande, visto che l’Opera di Maria conta oggi più di 144.000 membri ed è presente in più di 180 paesi dove ha dato vita a numerose cittadelle, in Italia la cittadella di Loppiano dove ha sede l’Università Sophia, ed a numerose branche dell’Opera come il Movimento Gen (Generazione Nuova) rivolto ai giovani, Famiglie Nuove che portano lo spirito dell’amore e dell’unità nelle famiglie, anche in quelle ferite o divise, Nuova Umanità, che vive lo spirito del Vangelo nel sociale, i Volontari di Dio, laici che si impegnano a vivere in modo radicale la spiritualità evangelica dell’unità, cercando di emulare oggi la vita dei primi cristiani con la condivisione dei beni materiali e spirituali, ed inoltre l’AMU (Azione Mondo Unito) e il MPU (Movimento Politico per l’Unità).
Dalle intuizioni di Chiara, che nel 1991, durante in viaggio in Brasile, colpita dalla miseria delle favelas, ebbe l’idea di nuovi rapporti nell’economia, nacque l’Economia di Comunione basata su una distribuzione degli utili diversa dall’usuale (un terzo per lo sviluppo dell’azienda, un terzo ai poveri, un terzo alla formazione). I risultati sono stati tanto positivi da essere oggetto di studio e sono ormai migliaia le aziende organizzate in questo modo. Insieme a Chiara sono fondamentali nella storia del Movimento la figura di Igino Giordani, giornalista e deputato, che divenne il primo focolaio sposato e Pasquale Foresi che fu il primo sacerdote focolarino, Giordani e Foresi sono considerati co-fondatori. Chiara spesso ha anticipato idee che poi sarebbero diventate comuni, è stata senz’altro l’antesignana dell’Ecumenismo ed ha intessuto rapporti fecondi con i rappresentanti di altre religioni, non solo cristiane. Grande la sua amicizia con il Patriarca ecumenico di Costantinopoli (Bartolomeo I è stato tra quelli che l’hanno visitata quando era molto malata), la stima degli Anglicani, che la insignirono del Premio Templeton nel 1977 per lo sviluppo della religione, memorabile il suo discorso nella moschea di Harlem, unica donna ammessa a parlare in quella assise, importanti i suoi discorsi davanti a migliaia di buddisti in Thailandia e alla comunità ebraica di Buenos Aires.
Chiara sapeva attirare a se con la forza del suo entusiasmo, del suo amore sincero per l’altro, del rispetto che mostrava. Ripetava spesso: “Dobbiamo amare l’altrui Patria, come la nostra, la Religione degli altri come la nostra…”. Chiara è stata anche una grande comunicatrici ed ha saputo usare i mezzi moderni per raggiungere tutti gli angoli della Terra, ancora oggi da Rocca di Papa, centro del Movimento e dove lei ha vissuto per tanti anni, si tiene ogni mese un collegamento CM, che mette in comunicazione simultaneamente tanti gruppi da ogni continente e, così, si scambiano le notizie da tutto il mondo. La casa editrice “Città nuova” stampa la rivista omonima e migliaia di libri ed ora anche video. Che dire poi dei complessi internazionali Gen Rosso e Gen Verde, che portano il loro messaggio in tutto il mondo con canti che, ormai, siamo abituati ad intonare nelle Sante Messe? É una vita, non solo spirituale, che continua ad allargarsi ed a vivere l’ideale. Dagli inizi dell’Opera, e fino ad oggi, è stata importante la “Parola di Vita”, ossia una meditazione mensile su una singola frase del Vangelo che ogni membro dell’Opera si impegna a vivere in quel mese. Ricordando, come diceva Chiara, che abbiamo per amare Dio solo questo attimo presente e dobbiamo vivere appieno ogni istante, amando Lui, crocefisso ed abbandonato per amore nostro. È quello che lei ha fatto, fino all’ultimo istante, infatti, mentre i giovani cantavano sotto le sue finestre (come era accaduto anche per Giovanni Paolo II) e tanti si affacciavano alla sua camera per darle l’ultimo saluto, a chi le diceva: “Chiara, fra poco vedrai da vicino Gesù” lei rispose con le ultime forze: “Si”. Al suo funerale nell’omelia, venne indicata come uno degli astri lucenti del XX secolo, come Madre Teresa di Calcutta e da tante voci si alzò il grido: “Santa subito!”. Per ora è iniziato il cammino per la causa di beatificazione, ma ciò che importa veramente è vivere come Chiara Lubich ci ha insegnato.