Salvo d’Acquisto, nelle parole e nel pensiero degli ultimi quattro papi
Nel settembre 1943, un’esplosione in una caserma della Guardia di Finanza, nei pressi di Roma, uccide un soldato di una truppa SS tedesca e ne ferisce altri due. 22 civili sono rastrellati in vista di una rappresaglia, tra questi anche il vicebrigadiere dell’arma dei Carabinieri Salvo d’Acquisto. Prelevato dalla caserma, tenta di dimostrare il carattere accidentale dell’esplosione, infine lascia ricadere su di lui la colpa. Innocente, viene fucilato per consentire il rilascio degli altri prigionieri.
Nel 1973, a quarant’anni di distanza, Paolo VI menziona il sacrificio di d’Acquisto tra gli esempi più autentici di laicato, inteso nel suo valore positivo di chi si sente «cittadino del Popolo di Dio». Egli – aggiunge Papa Montini – «coscientemente e spontaneamente», avendo dato «la sua giovane esistenza in cambio della salvezza di ventidue ostaggi», è un «esempio tipico e magnifico di umile coraggio per l’altrui difesa»[1].
Nel 1983, inizia una causa di canonizzazione per “eroismo delle virtù” ed “eroica testimonianza della carità”. In quello stesso anno, Giovanni Paolo II, in visita a una Scuola di allievi Carabinieri, celebra in d’Acquisto un «luminoso esempio di abnegazione e di sacrificio», che si impone «all’ammirazione e alla riconoscenza di tutti»[2].
Nel 1991, in chiusura della prima fase del processo diocesano di beatificazione, Mons. Giovanni Marra, Arcivescovo Ordinario Militare per l’Italia, dichiara che il sacrificio di d’Acquisto nasce «da una concezione della vita, fondata in quella fede cristiana cui la famiglia e la scuola lo avevano educato, che gli ha dato, in quell’estremo momento, la necessaria energia spirituale e la forza morale per testimoniare, col suo olocausto, in un supremo gesto di carità, l’amore di Dio e l’amore dei fratelli»[3].
La beatificazione si ferma al ‘titolo’ di “Servo di Dio”, riconosciuto dalla Chiesa al sottufficiale in odore di santità. Negli anni a seguire, successivi alla prima fase del processo canonico, Giovanni Paolo II continua a parlarne pubblicamente. Per il Santo Padre, il «dono della vita», di cui d’Acquisto ha dato prova, testimonia la «fedeltà a Cristo ed ai Fratelli». Lo asserisce nel 1999, in occasione del primo sinodo diocesano nazionale dei cappellani militari[4]. Due anni dopo, vede in lui la dimostrazione che nell’Arma dei Carabinieri «si può raggiungere la vetta della santità nell’adempimento fedele e generoso dei doveri del proprio Stato»[5].
Nel 2008, Tarciso Bertone, Segretario di Stato di Sua Santità Benedetto XVI, integra l’edizione del calendario storico dell’Arma dei Carabinieri con una riflessione. La dedica all’«atto eroico» di d’Acquisto che «ha raggiunto la vetta più alta dell’amore» in conformità alle parole del Vangelo: «Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici» (Giovanni, 15, 13)[6]. Ciò venne espresso a ridosso della considerazione del Papa emerito sulla necessità di «riproporre l’esempio dei Martiri cristiani, sia dell’antichità sia dei nostri giorni, nella cui vita e nella cui testimonianza, spinta fino all’effusione del sangue, si manifesta in modo supremo l’amore di Dio»[7].
Nel 2014, in occasione del bicentenario dalla fondazione dei Carabinieri, d’Acquisto è ricordato con il cuore, con la preghiera e con il silenzio, da Papa Francesco, per aver «offerto la sua giovane esistenza per salvare la vita di persone innocenti dalla brutalità nazista»[8]. Egli è un esempio eminente di servizio al prossimo.
[1] Paolo VI, Angelus Domini, 23 settembre 1973.
[2] Giovanni Paolo II, Omelia. Visita alla Scuola allievi carabinieri, 9 aprile 1983.
[3] Giovanni Marra, dichiarazione in chiusura del processo diocesano di beatificazione di Salvo d’Acquisto, Roma, 25 Novembre 1991.
[4] Giovanni Paolo II, discorso ai partecipanti al primo sinodo diocesano dell’Ordinariato militare italiano, 6 maggio 1999.
[5] Giovanni Paolo II, discorso ai Carabinieri del Comando provinciale di Roma, 26 febbraio 2001.
[6] Tarciso Bertone, riflessione nell’edizione 2008 del Calendario storico dell’Arma dei Carabinieri.
[7] Benedetto XVI lettera a mons. Gianfranco Ravasi in occasione della XII seduta pubblica delle Pontificie Accademie, 8 novembre 2007.
[8] Francesco, discorso ai partecipanti dell’Arma dei Carabinieri nel bicentenario di fondazione, 6 giugno 2014.