Tutti i santi
Da principio la Bibbia riservò al Signore Dio il titolo di “Santo”, parola che aveva allora un significato molto vicino a quello di “sacro”: Dio è l’”Altro”, il trascendente. Davanti alla sua santità l’uomo non può provare che rispetto e timore. Ma Dio voleva comunicare la sua santità al polo eletto, il quale diviene esso pure “altro”, manifestando nella sua vita quotidiana, e soprattutto nel suo culto, un comportamento diverso da quello di altri popoli.
Ma per attuare questa santità alla quale Dio lo chiamava, il popolo eletto non aveva altro che mezzi legali e pratiche di purificazione esteriore. I profeti, illuminati da Lui, presero ben presto coscienza della insufficienza di tali mezzi, e cercarono la “purezza di cuore” capace di farli partecipi della vita di Dio. Essi posero la loro speranza in una santità che sarebbe stata comunicata direttamente da Dio.
Questo anelito si realizza nel Cristo; egli irradia la santità di Dio; su di lui riposa “lo Spirito di santità”; egli rivendica il titolo di “santo”. Viene infatti a santificare tutta l’umanità. Gesù Cristo, divenuto “Signore”, trasmette la sua santità alla Chiesa per mezzo dei sacramenti che portano all’uomo la vita di Dio. Questa dottrina era così viva nei primi secoli, che i membri della Chiesa non esitarono a chiamarsi “i santi” e la Chiesa stessa era chiamata “comunione dei santi”.
Questa espressione che troviamo ancora nel Credo, trae la sua origine dall’assemblea eucaristica, durante la quale “i santi” partecipano alle “cose sante”. La santità cristiana appare, dunque, come una partecipazione alla vita di Dio, che si attua con i mezzi che la Chiesa ci offre, in particolare con i sacramenti. La santità non è il frutto dello sforzo umano che tenda di raggiungere Dio con le sue forte; essa è dono dell’amore di Dio e risposta dell’uomo a l’iniziativa divina.
Dal Vangelo secondo Matteo (5,1-12a)
In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo: “Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati. Beati i miti, perché avranno in eredità la terra. Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati. Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia. Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. Beati voi quanto vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli”.