Domenica 2 Luglio
Il profeta Eliseo è accolto da una donna ricca perché è un uomo di Dio e merita rispetto ed aiuto. La generosità dei suoi ospiti viene premiata dal profeta, che porta con sé i doni di Dio.
Nella seconda parte della lettura evangelica, Gesù promette adeguata ricompensa a chi accoglie i suoi apostoli, che rappresentano lui, inviato dal Padre e quindi accogliendo Cristo aprono la porta al Padre celeste. La legge dell’ospitalità era sacra nel mondo antico, ma Gesù stabilisce un principio nuovo, inserendola nel clima del Vangelo. Non si tratta di compiere un dovere di buon’educazione, ma di esprimere la fede, affinchè la ricompensa non sia espressione di gratitudine a Dio.
Nella prima parte, Gesù esige di essere amato prima e più degli altri; il credente non può dimenticare che Gesù è Dio e l’amore di Dio non può subire alcuna concorrenza; ma è proprio questo amore che dà senso e valore ad ogni altro amore, rafforzandolo e impreziosendolo.
Chi riceve il battesimo, che in antico veniva dato immergendo il catecumeno nell’acqua e come sepolto con Cristo e con lui, morto per il peccato, muore al peccato; sorgendo dall’acqua a una vita nuova. Per conseguenza, il cristiano non deve vivere per il peccato ma per la vita ricevuta da Dio in Cristo.
Dal Vangelo secondo Matteo (10,37-42)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi apostoli: “Chi ama padre o madre più di me non è degno di me; chi ama figlio o figlia più di me non è degno di me; chi non prende la propria croce e non mi segue, non è degno di me. Chi avrà tenuto per sé la propria vita, la perderà, e chi avrà perduto la propria vita per causa mia la troverà. Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato.
Chi accoglie un profeta perché è un profeta, avrà la ricompensa del profeta, e chi accoglie un giusto perché è un giusto, avrà la ricompensa del giusto. Chi avrà dato da bere anche un solo bicchiere d’acqua fresca a uno di questi piccoli perché è un discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa”.