Domenica 25 Giugno
Il contrasto oscurità-luce, prova-fiducia, sofferenza-speranza attraversa la Parola che la liturgia ci offre in questa XII Domenica del tempo ordinario. Nella lamentazione-confessione di Geremia riportata nella prima lettura, si avvicendano l’oscurità dell’abbandono sperimentato dal profeta e l’improvvisa vicinanza- quasi militaresca- del Signore che, “come prode valoroso” gli è al fianco per sostenerlo nella fedeltà alla difficile vocazione. Egli che è chiamato a denunciare le sopraffazioni, le ingiustizie e gli scandali del suo popolo, perseguitato dai suoi stessi connazionali ed emarginato come maledetto, riconosce la presenza del Dio giusto che, al di là di ogni apparenza, rimane più forte delle super potenze militari e dei giochi economici e politici dei “grandi”. Lo stesso contrasto si ritrova anche nel discorso missionario del capitolo 10 di Matteo: partendo dall’esperienza di una comunità ecclesiale sottoposta alle contestazioni giudaiche, l’evangelista delinea la figura dell’apostolo come quella di un “confessore della fede”, di un vero “martire”: il cristiano, infatti, libero dalla tentazione della segretezza e della protezione, viene affidato al rischio del mondo e della vita. E’ proprio in questo rischio, in queste prove e persecuzioni che si avverte il comando di Cristo, come un ritornello insistente e forte: “Non temeteli!”. Su ogni discepolo, infatti, è posato lo sguardo premuroso del Padre attento anche ai passeri, ai capelli, a tutte quelle fragili e passeggere realtà in cui la nostra vita è immersa. L’ultima contrapposizione, infine, è proposta da Paolo in un brano particolarmente difficile e studiato dagli esegeti: si tratta del V capitolo della lettera ai Romani. All’Adamo peccatore, simbolo del male, della distruzione, dell’allontanamento radicale da Dio, è contrapposto il nuovo Adamo – il Cristo- immagine di tutta l’umanità che desidera celebrare il trionfo del bene, dell’amore, dell’appartenenza a Dio. La liturgia odierna è, quindi, un invito coraggioso a vivere la missione di salvezza senza defilarsi di fronte ai rischi e alle sofferenze che potrebbero prospettarsi lungo il cammino, finchè Egli venga.
Dal vangelo secondo Matteo (10,26-33)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi apostoli: “Non abbiate paura degli uomini, poiché nulla vi è di nascosto che non sarà svelato né di segreto che non sarà conosciuto. Quello che io vi dico nelle tenebre voi ditelo nella luce, e quello che ascoltate all’orecchio voi annunciatelo dalle terrazze. E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima; abbiate paura piuttosto di colui che ha il potere di far perire nella Geenna e l’anima e il corpo. Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure nemmeno uno di essi cadrà a terra senza il volere del Padre Vostro. Perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate dunque paura: voi valete più di molti passeri!
Perciò chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch’io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli”.
