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Giovedì santo

“Li amò fino alla fine”. Il passaggio carico d’amore di Gesù da questo mondo al Padre compie l’esodo definitivo dell’uomo dalla morte alla vita, dalla schiavitù alla libertà dell’amore. Alla vigilia della Pasqua ebraica, Gesù assume e trasfigura il rito del’immolazione dell’agnello, ricevuto dalla tradizione. Con il sangue di un agnello senza difetto venivano segnati gli stipiti della porta di casa, in memoria della liberazione dalla schiavitù egiziana realizzata da Dio in favore del suo popolo. E’ Gesù il vero agnello pasquale a cui non sarà spezzato alcun osso. Nell’ultima cena con i suoi discepoli Gesù annuncia e anticipa nel segno del pane spezzato e del vino versato il sacrificio della croce. Questi segni dell’amore fino alla fine trovano corrispondenza nel gesto profetico della lavanda dei piedi narrato da Giovanni. L’amore fino alla fine è sempre e prima di tutto l’amore che si china fino al punto estremo davanti a coloro che egli intende amare. La suprema forma dell’amore è quella di colui che dona la vita per coloro che ama. La partecipazione ai segni di questo amore è l’unico sigillo di appartenenza a Gesù del discepolo, che nell’Eucarestia e nell’amore umile continua a vivere “in memoria” di Lui.

Dal Vangelo secondo Giovanni (13,1-15)

Prima della festa di Pasqua, Gesù, sapendo che era venuta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò fino alla fine. Durante la cena, quando il diavolo aveva già messo in cuore a Giuda, figlio di Simone Iscariota, di tradirlo, Gesù, sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, si alzò da tavola, depose le vesti, prese un asciugamano e se lo cinse attorno alla vita. Poi versò dell’acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l’asciugamano di cui si era cinto.

Venne dunque da Simon Pietro e questi gli disse: “Signore, tu lavi i piedi a me?”. Rispose Gesù: “Quello che io faccio, tu ora non lo capisci; lo capirai dopo”. Gli disse Pietro: “Tu non mi laverai i piedi in eterno!”. Gli rispose Gesù: “Se non ti laverò, non avrai parte con me”. Gli disse Simon Pietro: “Signore, non solo i miei piedi, ma anche le mani e il capo!”. Soggiunse Gesù: “Chi ha fatto il bagno, non ha bisogno di lavarsi se non i piedi ed è tutto puro; e voi siete puri, ma non tutti”. Sapeva infatti chi lo tradiva; per questo disse: “Non tutti siete puri”.

Quando ebbe lavato loro i piedi, riprese le sue vesti, sedette di nuovo e disse loro: “Capite quello che ho fatto per voi? Voi mi chiamate il Maestro e il Signore, e dite bene, perché lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i piedi a voi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri. Vi ho dato un esempio, infatti, perché anche voi facciate come io ho fatto a voi”.

Don Pino Esposito

Don Pino Esposito - Gioved�� santo

Don Pino Esposito Foto di Don Pino Esposito Parroco delle Parrocchie della SS.Trinità in San Donato di Ninea, di Santa Rosalia, e del SS. Salvatore in Policastrello
       
      S.Donato di Ninea,       Italia    
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