La simbologia Pasquale: i simboli liturgici e sacramentali.
Pasqua è la festa più importante per i cristiani, perché è la celebrazione della Risurrezione di Gesù, fondamento della nostra fede. Dice San Paolo: “Se Cristo non è risorto vana è la nostra fede!”. La liturgia del Triduo Pasquale, cuore di tutto l’anno liturgico, è ricca di molteplici segni che richiamano alla mente e al cuore le azioni e le parole di Gesù e ci svelano i significati profondi dell’evento della passione, morte e risurrezione del Signore. Basti pensare ai segni del fuoco, del cero pasquale, dell’acqua.
Nella notte di Pasqua, nella solenne Veglia, la celebrazione si arricchisce in modo evidente del simbolismo del fuoco. Un fuoco viene acceso fuori della chiesa e attrae l’attenzione dei fedeli in questo primo momento che prepara la celebrazione pasquale. La processione del clero esce dalla chiesa, lasciata completamente al buio, senza luci né candele accese, dal Venerdì santo. Una volta fuori dalla chiesa, i celebranti raggiungono il braciere e il celebrante benedice il fuoco. La preghiera del Messale Romano che accompagna la benedizione del fuoco, ci appare significativa: “O Padre, che per mezzo del tuo Figlio ci hai comunicato la fiamma viva della tua gloria, benedici questo fuoco nuovo, fa’ che le feste pasquali accendano in noi il desiderio del cielo, e ci guidino, rinnovati nello spirito, alla festa dello splendore eterno”.
Nell’anno liturgico, se esiste una celebrazione il cui inizio è un vero gioco simbolico di luce, questa è la Veglia pasquale. Il popolo, riunitosi nell’oscurità, così come abbiamo già commentato, vede la nascita del fuoco nuovo da cui si accende il cero pasquale, simbolo di Cristo (mistero poi solennemente proclamato da letture e azioni sacramentali della più solenne tra le notti)e ciò è già sinteticamente espresso in questo concreto linguaggio del fuoco nuovo, intorno al quale si riunisce la comunità. Il diacono, portando il cero acceso, comincia la processione che entrerà in chiesa, intonando per tre volte il grido gioioso “Lumen Christi” (La luce di Cristo).
Il cero pasquale, infatti, è il segno del Cristo risorto, luce vera del mondo che illumina ogni uomo; è la luce della vita che impedisce di camminare nelle tenebre; è il segno della vita nuova in Cristo che, strappandoci dalle tenebre, ci ha trasferito con i santi nel regno della luce; Cristo brillò su di noi che eravamo tenebre, ma ora siamo luce nel Signore (Ef 5,14). È il segno che ci permette di vivere come figli della luce (Ef 5,8), di rigettare le opere delle tenebre (Rm 13,12), di restare in comunione con Dio (1 Gv 1,5), di conservare l’amore con i fratelli (1 Gv 2,8-11). È anche segno di fedeltà a Dio e vigilanza nella preghiera e nell’attesa.
Durante la processione che accompagna il cero all’altare alcuni ministranti accendono dal cero la loro candela e diffondono la fiamma agli altri fedeli. L’accensione delle candele sta a simboleggiare il fatto che i cristiani restano contagiati dalla luce di Cristo e questa si espande sempre di più. Quando la processione arriva al presbiterio si accendono le luci della chiesa, viene riposto e incensato il cero pasquale ed il cantore del preconio pasquale intona le lodi della data notte, illuminata dalla luce di Cristo. Non sono necessarie molte spiegazioni del simbolismo della luce in questa Veglia. La sua intenzione è evidente, tanto da contagiare e avvolgere i credenti, comunicando loro con la sua forza espressiva l’entusiasmo del mistero celebrato: “Questa notte fonte di luce sconfigge il male, lava le colpe, restituisce la gioia agli afflitti…”. Per sottolineare l’importanza del simbolismo della luce c’è il fatto che durante i cinquanta giorni di Pasqua, in tutte le celebrazioni, viene sempre acceso il cero pasquale.
Un altro simbolo dal significato profondo è l’acqua. L’acqua è davvero una realtà polivalente: disseta, pulisce e purifica, ci rinfresca nei giorni di calura; è fonte di vita per i campi e dà origine alla forza idraulica. Nella liturgia della solenne notte in altri riti liturgico sacramentali essa assume significato come acqua che purifica; segno di Cristo, acqua viva che spegne ogni sete e simbolo di vita e di morte. Tralasciando tutti gli altri riti, nella Veglia pasquale, la notte battesimale per eccellenza, l’acqua, come linguaggio simbolico, raggiunge l’apice di solennità e di significato. Anche quando non ci sono battesimi, in quella notte in tutte le comunità cristiane si commemora il Battesimo, sacramento per mezzo del quale siamo radicalmente assunti e incorporati alla pasqua di Cristo, passaggio dalla morte alla vita. L’acqua, per noi cristiani, è un simbolo d’affetto con il quale Dio ha voluto purificarci, appagare la nostra sete e farci rinascere nel mistero della pasqua di Cristo.