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Giustizia ed umanità per accogliere le vittime della tratta di esseri umani

In questa rubrica Don Pino Esposito - Charitas, affronto argomenti che parlano di valori umani e cristiani. Carità, giustizia ed umanità sono alla base della vita cristiana. 

Pensavamo che la schiavitù fosse il triste ricordo dei secoli passati e fosse scomparsa dal mondo, invece, purtroppo, la tratta degli esseri umani è la peggiore schiavitù del XXI secolo e riguarda il mondo intero. Proprio in questi giorni (l’8 Febbraio) si è celebrata la giornata contro il traffico di esseri umani nel giorno in cui la Chiesa ricorda Santa Bakita, che visse in prima persona il dramma della schiavitù.

Negli ultimi decenni in Europa, ed in particolare in Italia, si è verificato e si verifica il fenomeno dei migranti che fuggono dalle loro terre a causa della miseria, delle guerre, spesso guerre civili e delle difficili condizioni sociali. Questo fenomeno riguarda in particolare i minori che sono oggetto di una vera e propria tratta intendendo con questo termine ogni persona “al di sotto dei diciotto anni che è reclutata, trasportata, trasferita, ospitata o accolta a fine di sfruttamento, sia all’interno sia all’esterno di un paese, anche senza che vi sia stata coercizione, inganno, abuso di potere o altra forma di abuso”.

Si calcola che, nel mondo, ci sono almeno 1 milione e 200.000 minori vittime di tratta e questo per il loro sfruttamento a fini sessuali, per il traffico di organi, per le adozioni illegali, lavori irregolari, furti. Secondo la Caritas in Italia 70.000 donne e 150.000 uomini sono vittime di questa vergogna e solo nel 2016 ci sono state 12.000 ragazze nigeriane minorenni non accompagnate e 26.000 migranti minori. In Italia ed in Europa questi provengono principalmente dalla Nigeria seguita dalla Romania, Marocco, Ghana, Senegal e Albania. La maggior parte sono donne e vengono illuse con la promessa di lavori regolari, invece, quasi sempre, vengono costrette a prostituirsi, spesso già nel loro paese d’origine. Le nigeriane, ad esempio, vengono affidate ad uno sponsor che organizza i viaggi. Portate in Libia, anche lì, vengono chiuse in case o sfruttate, almeno per sei mesi e poi, con viaggi rischiosi, condotte in Italia, dove saranno sotto la tutela di una “mamam” che gestirà le loro vite e per anni e anni saranno obbligate a ripagare le spesi di viaggio calcolate in cifre altissime. Se si ribellano vengono violentemente punite e soggiogate anche con la minaccia di riti vudù. Stesso destino attende molte ragazze dell’Est, tra queste è alto il numero di quelle addestrate a rubare negli appartamenti o ad eseguire borseggi.

Per queste vittime è quasi impossibile uscire dal giro, risulta, perciò, fondamentale l’azione di associazioni che si occupano di seguire e proteggere le vittime di tratta, come, ad esempio, fa “Save the children” con il progetto “Vie d’uscita” e come fa l’associazione “Slaves no more”, che lavora in rete con altri gruppi nazionali ed internazionali per restituire un futuro a queste giovani donne a cui è stata tolta libertà, dignità e qualsiasi prospettiva di vita dignitosa. La presidente di questa associazione è Suor Eugenia Bonetti, missionaria della Consolata che da più di venti anni si occupa delle vittime della tratta. Queste ragazze vengono aiutate a scappare, vengono nascoste, poi, se lo desiderano, sono aiutate a ritornare nella loro terra con un percorso protetto, oppure aiutate a studiare, a crearsi un lavoro ed una vita nuova.

Sono anche molto numerosi i minori che giungono dall’Egitto, i genitori si indebitano pesantemente per far partire i figli e questi poi vengono sfruttati per anni per ripagare i debiti fatti dai genitori. Il pericolo maggiore per i minori è quello di essere inseriti nel mondo dell’illegalità anche perché fino ad ora è mancato il riconoscimento dello “status di minori vittime di tratta” che avrebbe dato loro la possibilità di essere inseriti in un programma di protezione sociale e di percorsi di riabilitazione e reintegrazione, senza questo riconoscimento i minori ottenevano solo un semplice permesso di soggiorno.

Per fortuna dal 06-01-2017 è entrato in vigore il Decreto del Dpcm del 10 Novembre 2016 n.234, che stabilisce meccanismi uniformi per la determinazione dell’età dei minori non accompagnati vittime di tratta. Il decreto garantisce norme minime per l’assistenza e la protezione dei minori, nel rispetto del loro superiore interesse, vengono, perciò, indicati i modi in cui giungere a stabilire l’età presenta dei minori perché la maggior parte si presentano senza documenti. L’assenza di questi è un problema a partire dai luoghi di nascita, secondo la Comunità di Sant’Egidio in Africa almeno 85 milioni di bambini ogni anno non vengono registrati alla nascita e questo li rende particolarmente vulnerabili. Contro questo dal 2008 è attivo il programma “Bravo” (Birth Registration For All Versus Oblivion) per dare ad ognuno un riconoscimento giuridico. La situazione di questi minori ci interpella come uomini e come credenti.

Per questo faccio mie le parole pronunciate dal Papa per la giornata di preghiera e riflessione contro la tratta dal titolo “Sono bambini, non schiavi”. Egli afferma: “la tratta delle persone è un crimine contro l’umanità. Dobbiamo unire le forze per liberare le vittime e per fermare questo crimine sempre più aggressivo, che minaccia, oltre alle singole persone, i valori fondanti della società e anche la sicurezza e la giustizia internazionale oltre che l’economia, il tessuto familiare e lo stesso vivere sociale. Incoraggio quanti in vari modi aiutano i minori schiavizzati e abusati a liberarsi di tale oppressione. Auspico che quanti hanno responsabilità di governo combattano con decisione questa piaga, dando voce ai nostri fratelli più piccoli umiliati nella loro dignità. Serve ogni sforzo per debellare questo crimine vergognoso ed intollerabile.” Con la speranza che questo appello faccia breccia nell’animo di quanti vedono solo un pericolo in questi nostri fratelli e in coloro che hanno responsabilità politiche affinché non innalzino muri ma formulino leggi per un’accoglienza basta sui valori della giustizia e dell’umanità.

Don Pino Esposito

Don Pino Esposito - Giustizia ed umanit�� per accogliere le vittime della tratta di esseri umani

Don Pino Esposito Foto di Don Pino Esposito Parroco delle Parrocchie della SS.Trinità in San Donato di Ninea, di Santa Rosalia, e del SS. Salvatore in Policastrello
       
      S.Donato di Ninea,       Italia    
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