II domenica di Quaresima
In questa seconda domenica di quaresima, la Parola conduce i catecumeni ( e ogni cristiano che, “chiamato con una vocazione santa”, riscopre il proprio battesimo) al monte della Trasfigurazione. Qui, insieme a Pietro, Giacomo e Giovanni, siamo fatti testimoni del mistero pasquale che si compirà in Gesù: il volto luminoso di gloria del Cristo trasfigurato sul Tabor coincide con il volto che “non ha apparenza né bellezza” del Getsemani e del Golgota.
La trasfigurazione e la croce del Cristo sono un’unica rivelazione del mistero dell’amore del Padre. La bellezza che Pietro intuisce e che vorrebbe trattenere è il Figlio che ama fino alla fine. Questa è la vera forma del Figlio e questa è la vita alla quale saranno resi conformi coloro che si immergeranno nel fonte battesimale. L’esperienza del Tabor, tuttavia, non si ferma sul monte, ma, chiama ogni battezzato, come Abramo il pellegrino della fede, a vivere l’ascolto/obbedienza che fa uscire da sé e dalle proprie sicurezze per radicarci nella sequela sempre nuova e pasquale del Figlio.
Dal Vangelo secondo Matteo (17,1-9)
In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un altro monte. E fu trasfigurato davanti a loro: il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. Ed ecco apparvero loro Mosè ed Elìa, che conversavano con lui.
Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: “Signore, è bello per noi essere qui! Se vuoi, farò tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elìa”. Egli stava ancora parlando, quando una nube luminosa li coprì con la sua ombra. Ed ecco una voce dalla nube che diceva: “Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo!”. All’udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. Ma Gesù si avvicinò, li toccò e disse: “Alzatevi e non temete”. Alzando gli occhi non videro nessuno, se non Gesù solo.
Mentre scendevano dal monte, Gesù ordinò loro: “Non parlate a nessuno di questa visione, prima che il Figlio dell’uomo non sia risorto dai morti”.