Anno Santo 1983: un anno di Dio e dell’uomo
Non è possibile fare una storia compiuta di questo Anno Santo senza rischiare di essere superficiali o di tralasciare qualche evento significativo. Questo perché l’Anno del Giubileo 1983 rappresenta un Anno Santo nel quale l’ordinario diventa straordinario, un anno di “Dio e dell’uomo”.
La presenza di fedeli e di pellegrini a questo Giubileo è stata numerosa, spinti in particolare da quel nuovo bisogno di speranza e di fede. Quindi il 25 marzo 1983, fino ai giorni di chiusura del Giubileo, centinaia di migliaia di cattolici hanno visitato le Tombe dei Martiri e la Cattedra del Vescovo di Roma per ottenere, attraverso il sacramento della Penitenza, la Redenzione assoluta. Sempre in questo periodo, molte sono state le assemblee presiedute dal Papa, nelle quali venivano celebrati i vari sacramenti e in particolare l’Eucarestia. Molti sono stati anche gli incontri con i giovani, gli ammalati, i lavoratori nei quali si cercava di dare spazio allo spirito di orazione, di comunione e di dialogo. Da questi incontri sono emerse nuove possibilità di volontariato, di dialogo e di collaborazione tra i vari organi e, soprattutto, una maggiore attenzione e un richiamo costante ai valori della grazia, della carità, della penitenza. La presenza, poi, dei giovani con i loro volti limpidi e sani ha portato una ventata di freschezza nel mondo, un modo di andare oltre le brutture di ogni giorno, oltre le guerre, le passioni, le disperazioni. Con i loro canti e le loro preghiere essi rispecchiavano l’immagine stessa della vita e rappresentavano la redenzione di Cristo e della suo croce.
La Bolla “Aperite Portas Redemptori” venne promulgata il 6 gennaio 1983. Con essa il Pontefice Giovanni Paolo II indice l’Anno della Redenzione. A questo atto segue il 25 marzo dello stesso anno la cerimonia di apertura della Porta Santa. In questa cerimonia di apertura della Porta Santa il Papa ribadisce come sia compito della Chiesa quello di ridare agli uomini e soprattutto ai cristiani la coscienza della Redenzione e la speranza della salvezza. L’attraversare, dunque, la Porta Santa ed entrare in San Pietro segnano l’arrivo nella dimensione di grazia e di salvezza. Con l’apertura della Porta Santa il Pontefice diede avvio al Giubileo del Clero romano. Dopo tanto lavoro e partecipazione da parte di numerosi fedeli, il 22 aprile 1984 il Pontefice procedette alla chiusura della Porta Santa, dichiarando ufficialmente chiuso l’Anno Santo della Redenzione. Dopo aver recitato la consueta formula di chiusura, il Pontefice affidò la Croce del Giubileo ad alcuni giovani di diverse nazionalità. Un gesto, questo, con il quale il Papa ha voluto rinnovare ai giovani l’invito a portare con coraggio nel mondo il segno della Redenzione.
Nelle parole di chiusura, il Santo Padre si è soffermato sulla necessità per l’uomo di aprire le porte al Redentore, in modo che Egli possa placare i difficili momenti e i crescenti contrasti di questa nostra società moderna. Una società in cui, accanto alle aspirazioni alla pace, vi è una “febbrile preparazione di mezzi distruttivi di guerra”, in cui il progresso tecnico e scientifico contrasta con le immagini di fame e di sete di milioni di bambini, di uomini e di donne.
Come si vede, il Giubileo del 1983 ha lanciato, attraverso le parole del Papa, un invito ai fedeli ad aprire il proprio cuore e a lasciarsi guidare accettando il pentimento e il perdono dal Redentore verso un futuro migliore per tutti e più vivibile, un futuro nel quale i giovani, a giudizio del Pontefice, portino la Croce quale simbolo “dell’amore di Gesù per l’umanità” e siano proprio i giovani ad annunciare che grazie alla morte e alla resurrezione di Cristo vi può essere “salvezza e Redenzione” per tutti.