Epifania
“Epifania” nella lingua greca significa “manifestazione” e la Liturgia celebra oggi un momento del Natale particolarmente significativo: la manifestazione di Cristo neonato ai Magi venuti da lontano, che, non essendo Ebrei, rappresentano tute le genti. Allora, l’umanità era distinta dal punto di vista religioso in Ebrei e Pagani. Agli occhi di Dio l’umanità è una sola famiglia, ugualmente amata e ugualmente redenta. Già i profeti della Bibbia avevano annunziato la volontà divina di universale salvezza: i popoli accorreranno a Gerusalemme, città di Dio, simbolo dell’unità della fede, esprimendo con doni la riconoscenza all’unico Signore di tutti. L’Epifania non è il ricordo di un fatto lontano, ma un mistero e una realtà presente e operante in tutti i tempi. Gli apostoli di Cristo, la Chiesa, hanno il mandato e il dovere di predicare il Vangelo in tutto il mondo per far conoscere il mistero dell’amore salvifico e universale di Dio, che si è manifestato in Cristo. L’episodio evangelico, in cui Erode tenta di sopprimere il Bambino di Betlemme, ci ricorda che il cammino di Dio nel mondo è contrastato, ma inarrestabile. Più di due miliardi di uomini, per varie ragioni, non hanno ancora conosciuto o accolto il Redentore; la Chiesa, per natura sua missionaria, vuole che tutti i suoi figli, riconoscenti per il dono della fede, abbiano la viva coscienza della loro responsabilità di fronte al mondo e li invita a collaborare con la preghiera e l’azione per diffondere la conoscenza e l’amore di Dio e del suo Cristo fino agli estremi confini della terra.
Dal Vangelo secondo Matteo ( 2,1-12)
Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme e dicevano: “ dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo”. All’udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo. Gli risposero: “ a Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: “ e tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero l’ultima delle città principali di Giuda: da te infatti uscirà un capo che sarà il pastore del mio popolo, Israele”. Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme dicendo : “ andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anche io venga ad adorarlo”. Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finchè giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese
