Terza domenica di Avvento
“Rallegratevi sempre nel Signore!”: l’antifona d’ingresso riassume il messaggio biblico di oggi che mette insieme due realtà apparentemente inconciliabili: GIOIA e PAZIENZA. Il bellissimo brano del profeta Isaia, ci fa quasi “ vedere” la gioia, descrivendola in termini di capovolgimenti radicali e inaspettati: “ si rallegrino il deserto e la terra arida”. Dove l’uomo si aspetta solo aridità, stanchezza e malattia, ecco che il Dio fedele fa fiorire una realtà nuova che provoca grida di gioia. Dietro le immagini evocate si vuole annunciare all’umanità di allora e di oggi, sfiduciata e depressa, un messaggio carico di speranza: “ Coraggio! Non temete; ecco il vostro Dio egli viene a salvarvi”. Arriverà un momento in cui le cose cambieranno e all’umanità malata verrà finalmente donata la capacità di vedere e ascoltare, di camminare e parlare. Con Gesù questo tempo è arrivato e dura fino ad oggi: “ i ciechi ricuperano la vista, gli storpi camminano”. Dio è fedele e mantiene la sua promessa di felicità per noi. Ecco la buona notizia del Vangelo che ha bisogno di un cuore nuovo per essere accolta e riconosciuta, altrimenti arriva e ci passa accanto senza che ce ne accorgiamo tanto umile e povera è ai nostri occhi. Ed eccoci alla pazienza di cui ci parla San Giacomo. Questo termine evoca subito ai nostri orecchi un’attesa snervante, una facile consolazione quando le risorse umane sono svanite. Non è così per la Bibbia. La pazienza è la prima azione dell’amore. Si potrebbe tradurre: l’amore sa attendere, sa fare spazio a Dio e al prossimo perché non è regolato dall’orologio ma dall’amore fedele di Dio che ne scandisce i ritmi e i giorni. Il credente non vive nella pretesa di avere segni dal Signore ma nell’attesa fiduciosa perché sa in Chi ha posto la propria speranza. L’ansia, l’inquietudine per il futuro scompaiono e al loro posto cresce e matura la gioia costante di chi in ogni tempo e luogo sa scorgere Colui che sempre viene a rallegrarci con la sua viva e mite presenza!
Dal Vangelo secondo Matteo ( 11, 2-11)
In quel tempo Giovanni, che era in carcere, avendo sentito parlare delle opere del Cristo, per mezzo dei suoi discepoli mandò a dirgli: “ sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?”. Gesù rispose loro: “ andate e riferite a Giovanni ciò che udite e vedete: I ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo. E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!”.
Mentre quelli se ne andavano, Gesù si mise a parlare di Giovanni alle folle: “ Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? Allora, che cosa siete andati a vedere? Un uomo vestito con abiti di lusso? Ecco, quelli che vestono abiti di lusso stanno nei palazzi dei re! Ebbene, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Si, io vi dico, anzi, più che un profeta. Egli è colui del quale sta scritto: “ Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero, davanti a te egli preparerà la tua via”. In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui”.