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L'Immacolata Concezione

Nella solennità dell’Immacolata Concezione, riporto la sintesi di uno scritto dell’esperto in mariologia, il compianto Padre Stefano de Fiores, il quale scriveva che:

“ L’uso del nome Immacolata (senza macchia) o Concetta ( concepita) si spiega con l’intento promozionale del dogma riguardante il primo istante dell’esistenza di Maria. Dovrebbe risalire al Seicento, ma si diffonde specialmente dopo la definizione dogmatica compiuta da Pio IX l’8 dicembre 1854. Un ulteriore impulso è dato dalle apparizioni della Madonna a Lourdes, nella grotta di Massabielle, a Bernadette Soubirous, dove la bella Signora si auto presenta: “Io sono l’Immacolata Concezione” ( 1858).

Non è facile capire il significato di questa espressione, che richiama alla mente il candore della verginità o addirittura l’assenza di pulsioni sessuali. Nel 1760 il sacerdote ascolano Francesco Antonio Marcucci, poi vescovo di Montalto, parlava dell’Immacolata come del “ sacrosanto e illibato mistero”. Ai nostri giorni il teologo Bernard Sesboue la vede non come eccezione o privilegio, ma come esigenza cristologica, cioè come “ l’incidenza nella salvezza personale di Maria della sua vocazione di Madre del Cristo” o “ il riversarsi della santità unica del Figlio sulla santità ricevuta da sua Madre”. Per giungere a questi contenuti bisogna percorrere una storia millenaria che documenta un lungo processo in cui sono confluite  tre forze portanti, senza le quali non si sarebbe giunti alla definizione dogmatica: il popolo cristiano con il suo senso di fede, i teologi con la soluzione dei nodi dottrinali e il magistero della Chiesa con il suo ruolo moderatore e infine decisivo. Proprio questi tre fattori rendono il dogma dell’Immacolata Concezione un evento ecclesiale.

Un dato chiaro si evince dalla storia del dogma dell’Immacolata Concezione: la precedenza del senso cristiano popolare, intuitivamente a favore del privilegio mariano. Ben presto si radica nei fedeli la convinzione della santità di Maria, poiché i Padri abbondano nell’esaltare la Tutta Santa con “ epiteti ornanti” confermando l’alta idea che il popolo si era fatta di lei. Si evidenzia un crescendo nel comportamento del popolo, che in un primo momento celebra senza problemi la festa della Concezione, poi si scandalizza allorchè viene negato il privilegio mariano, infine reagisce anche violentemente contro gli assertori del peccato originale in Maria.

Il benedettino Eadmero ( morto circa nel 1134), discepolo di Sant’Anselmo, nel suo Trattato sulla concezione della beata Maria vergine oppone “ la pura semplicità e l’umile devozione” dei poveri, i quali celebrano la festa della Concezione della Madre di Dio, alla “ scienza superiore e disquisizione valente” dei ricchi ecclesiastici o secolari, che aboliscono la festa dichiarandola priva di fondamento. Eadmero opta senz’altro per i semplici, perché a loro e non ai superbi Dio si comunica, e “ mosso dall’affetto della pietà  e della sincera devozione per la Madre di Dio” si pronuncia per la concezione di Maria libera da ogni peccato.

Nel Quattrocento la controversia sull’Immacolata Concezione si acuisce soprattutto in occasione di dispute organizzate in cui intervengono i fautori delle due posizioni pro o contro. I fedeli che assistono reagiscono in genere a favore del privilegio mariano. Nel Cinquecento il domenicano Melchior Cano testimonia che appena il volgo sente attribuire il peccato originale alla Vergine, subito si sente “ turbato, percosso, torturato”. E G. Vasquez ( morto nel 1604) riconosce che la credenza nell’Immacolata Concezione è divenuta un fatto universale e profondamente radicato: “ Essa è talmente cresciuta e inveterata con i secoli, da far si che nessun uomo posa esserne staccato o smosso”.

Questa fede popolare si esprime nel secolo XVII con l’istituzione di varie confraternite sotto il titolo dell’Immacolata Concezione, con preghiere come l’aggiunta in qualche litania dell’invocazione “ sancta Virgo praeservata” ( Parigi 1586), con la dedica di cappelle o altari all’Immacolata, con numerose espressioni artistiche, quali 25 tele dedicate alla Purissima dal Murillo ( morto nel 1685). Soprattutto contribuì a radicare nel popolo la credenza nell’Immacolata Concezione la festa liturgica introdotta dall’Oriente in Italia meridionale nel IX secolo ( a Napoli un calendario liturgico su marmo porta al 9 dicembre la Conceptio Sanctae Mariae Virginis) e in Inghilterra nel XI secolo: tale festa si diffonde poi dappertutto e nel 1708 Clemente XI la rende di precetto per la Chiesa universale.

Il primo intervento nella questione è dovuto al grande dottore africano Agostino ( morto nel 430), in polemica con Giuliano di Eclano ( morto nel 454), il quale affermava l’assenza di peccato in Maria ma la sottraeva dall’influsso del Redentore. Agostino respinge l’accusa di assoggettare al diavolo la Madre del Signore ricorrendo alla grazia della rigenerazione con un’espressione famosa, ma non priva di ambiguità: “ Quanto a Maria, non la consegniamo affatto in potere al diavolo in conseguenza della sua nascita; tutt’altro, perché sosteniamo che questa conseguenza viene cancellata dalla grazia della rinascita”. Ormai la verità mariana si affermerà a patto di costituire non un caso di auto salvezza, ma un chiaro esempio della grazia redentiva di Cristo salvatore.

Non riuscirono ad armonizzare come Maria sia potuta essere insieme esente da colpa e redenta da Cristo, i grandi teologi del XIII secolo, tra cui Alberto Magno ( morto nel 1280), Bonaventura da Bagnoregio ( morto nel 1274), Tommaso D’Aquino ( morto nel 1274), e prima di loro Anselmo di Aosta ( morto nel 1109) e Bernardo di Chiaravalle ( morto nel 1153). Il nodo teologico viene sciolto dal concetto di redenzione preservativa, avanzata da alcuni teologi del XIII secolo, perfezionata e assunta a fulcro di argomentazione da Giovanni Duns Scoto ( morto nel 1308). Il merito di questo teologo francescano consiste nell’avere elaborata in modo geniale l’argomento perfettissimo mediatore con cui egli è cosciente di operare una vera rivoluzione intellettuale. Per Scoto l’Immacolata Concezione non è da interpretare come un’eccezione alla redenzione di Cristo ( come facevano i maestri della Scolastica), ma un caso di perfetta e più efficace azione salvifica dell’unico mediatore. Infatti, inquanto “ perfettissimo mediatore”- ragiona Scoto- “ Cristo esercitò il più perfetto grado possibile di mediazione relativamente ad una persona per la quale era mediatore. Ora per nessuna persona esercitò un grado più eccellente che per Maria ( …) . Ma ciò non sarebbe avvenuto se non avesse meritato di preservarla dal peccato originale. Scoto stabilisce la possibilità e anche la probabilità della preservazione di Maria dal peccato originale, ma non procede oltre, rimandando tutto all’autorità della Scrittura e della Chiesa.

Quanto ai teologi domenicani, bisogna superare il luogo comune che li ritiene contrari all’Immacolata Concezione. Già sant’Alfonso Maria de Liguori aveva contato 92 teologi domenicani macolisti contro 137 immacolisti; prima di lui il francescano Alva y Astorga aveva annoverato come contrari solo 18, mentre aveva elevato il numero dei domenicani favorevoli a 280. Occorre pertanto evitare le generalizzazioni: pur in queste proporzioni differenti, troviamo domenicani contrari all’Immacolata Concezione, come Vincenzo Bandelli ( morto nel 1506) e Gaietano ( morto nel 1534), e altri più numerosi favorevoli, come Ambrogio Catarino ( morto nel 1553), Tommaso Campanella ( morto nel 1639) e Mariano Spada ( morto nel 1872). In particolare Campanella risolve la difficoltà che “ la concezione di Maria senza peccato derogherebbe alla dignità di Cristo” affermando che Cristo “ è ugualmente redentore di lei e di noi: di lei per preservazione, di noi per liberazione”. Possiamo trarre la conclusione che l’Immacolata Concezione, mediante il ruolo illuminante svolto dai teologi, assume il significato di un inno incomparabile alla potenza salvifica di Cristo.

Sisto IV ( morto nel 1484) inizia la serie degli interventi pontifici a favore dell’Immacolata Concezione. Sul piano dogmatico egli non prese nessuna decisione, ma con le bolle Cum preeexcelsa ( 1477) e Grave nimis ( 1482) proibì ai macolisti e immacolisti di accusarsi vicendevolmente di eresia. Sul piano liturgico invece Sisto IV adottò ufficialmente per Roma la festa della Concezione e ne approvò il nuovo formulario, composto da Leonardo di Nogarole e Bernardino di Busto, dove veniva espresso con chiarezza il privilegio mariano. Ulteriori passi in questo senso sono stati compiuti dal concilio di Trento che, senza giungere alla definizione, non ha però incluso Maria nel peccato originale ( 1546), e da papa Alessandro VII con la bolla Sollicitudo ( 1661) dove si dichiara a favore dell’Immacolata Concezione e vieta di attaccarla sotto qualunque forma. Finalmente giunge Pio IX, che da Gaeta istituisce una Consulta di 30 teologi e una Congregazione ante preparatoria di 8 cardinali e 8 consultori per chiarire i termini della questione dell’Immacolata, a verificare la possibilità di una definizione dogmatica e suggerire come procedere alla stessa.

Antonio Rosmini suggerisce al papa di interrogare tutti i vescovi mediante un’enciclica. E ‘ quanto fa Pio IX con l’enciclica Ubi primum, firmata a Gaeta il 2 febbraio 1849. Egli realizza così come un “ concilio scritto”, da cui risulta una convergenza quasi plebiscitaria a favore della definizione dogmatica ( 546 su 603 vescovi), che incoraggia Pio IX a far preparare la bolla di definizione. Questa subisce nove redazioni e in questo cammino si sposta l’accento da una dimostrazione storico-teologica alla fede attuale e alla tradizione viva della Chiesa docente e discente. L’8 dicembre 1854 Pio IX pronuncia la formula della solenne definizione del dogma dell’Immacolata Concezione: “ Dichiariamo, pronunciamo e definiamo che la dottrina, la quale ritiene che la Beatissima Vergine Maria nel primo istante della sua concezione, per singolare grazia e privilegio di Dio onnipotente e in vista dei meriti di Gesù Cristo, salvatore del genere umano, sia stata preservata immune da ogni macchia della colpa originale, è rivelata da Dio e perciò da credersi fermamente e costantemente da tutti i fedeli” ( bolla Ineffabilis Deus). Pio IX definendo l’Immacolata Concezione ritiene di “ soddisfare ai piissimi desideri del mondo cattolico”, che recepisce con gioia la definizione dogmatica.

Ricco d’insegnamenti spirituali, il dogma ci ricorda che dobbiamo restare uniti alla “ Chiesa del Dio vivente, colonna e sostegno della verità” per seguire la via giusta, quella dello Spirito che ci fa capire il vero senso della rivelazione. L’immacolata proclama nella gioia che Dio è il suo salvatore che l’ha redenta con un amore preventivo: la sua esperienza ci introduce nella cultura del prevenire piuttosto che curare. Infine nell’Immacolata risplende il primigenio piano della salvezza che vuole l’essere umano e il popolo di Dio non già arrancante sotto il peso del peccato personale e dei condizionamenti di una natura umana, ma sollecito sotto la mozione dello Spirito a realizzare la nuova creazione. Perciò Maria Immacolata diviene per i cristiani un modello che non scoraggia ma spinge a realizzare nella docilità alo Spirito Santo quell’ideale d’intima comunione trinitaria ed ecclesiale che risponde al disegno divino di salvezza.

Don Pino Esposito

Don Pino Esposito - L'Immacolata Concezione

Don Pino Esposito Foto di Don Pino Esposito Parroco delle Parrocchie della SS.Trinità in San Donato di Ninea, di Santa Rosalia, e del SS. Salvatore in Policastrello
       
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