Le indulgenze: elementi di tutti i Giubilei cristiani dal 1300
L’istituzione delle indulgenze ha condotto all’istituzione dei Giubilei dell’anno 1300. Da quel momento le indulgenze sono diventate gli elementi di tutti i Giubilei cristiani.
Dopo la penitenza pubblica per i peccati, oltre la riconciliazione, dal VI al X secolo comincia la penitenza privata imposta dal sacramento della penitenza. Si riconosce che, oltre alla riconciliazione, rimane la necessità della penitenza, che la Chiesa intercede e prega per i peccatori anche fuori del sacramento e si fanno commutazioni per la penitenza canonica (cfr. Rehner 28-29).
Già nel 517 il Concilio di Epaon permette la soddisfazione di una penitenza severa con un’altra più mite, cosiddetta relaxatio (cfr. De Angelis, 1902). Dal VII secolo c’è in uso in Irlanda e in Inghilterra la redemptio, che è una specie di commutazione della penitenza. Tutto questo sempre nel sacramento della penitenza. Invece della penitenza per l’assoluzione sacramentale, il confessore imponeva, ad esempio, preghiere, elemosine, digiuni, pagamento per certe opere, pellegrinaggi. Per cui, soprattutto il pellegrinaggio a Roma, fu considerato un’opera molto meritoria.
Nell’XI e nel XII secolo si andavano sviluppando le assoluzioni più generali già fuori dal sacramento, ad esempio, nella Messa Confiteos super Tumbam. Da queste pratiche, ad iniziare dalla Francia, cominciarono vere e proprie indulgenze. La Chiesa assicura al fedele in un modo solenne e generale la sua ufficiale intercessione, gli rimette una parte o tutta la sua canonica penitenza ecclesiastica. Nel XIII secolo, dopo la prassi, si dà un vera e propria spiegazione teologica (San Alberto, San Bonaventura, San Tommaso). Prime vere indulgenze concesse per elemosine o per visite di devozione a chiese o altari, cominciano nell’XI secolo, si moltiplicano nel XII e raggiungono l’acme nel XIII secolo.
La prima concessione papale di tali indulgenze pare che sia da attribuire a Nicolò II nel 1060 per Farfa, in occasione della consacrazione degli altari. Prassi seguita da Urbano II e Alessandro II, il quale concede una remissione delle pene per quelli che combatterono in Spagna contro i Mori (1013). Lo stesso ripete Eugenio III (1145), mentre Gregorio VIII, introdusse la novità che l’indulgenza completa o plenaria poteva essere acquistata anche da chi si fa sostituire da un altro o da chi sostiene le spese per un crociato. Dalle indulgenze per i crociati ha poi origine l’idea dell’indulgenza plenaria in pericolo di morte o per i defunti. Ai crociati fu concessa l’indulgenza plenaria anche nel caso in cui non avessero potuto compiere la crociata, ma fossero morti in essa.
Nel secolo XIII, ci sono già indulgenze, per esempio parzialmente, ad Assisi (1216) come plenaria dal 1277. Jacopone da Todi parla della indulgenze nella sua laude sulla “santa pazzia”, “senno me par e cortesia”. Anche Celestino V aveva concesso il 29 settembre 1294 l’indulgenza plenaria in occasione dell’Anniversario della sua consacrazione pontificia, nella Chiesa di Collemaggio all’Aquila.
Dunque, alla vigilia del primo Giubileo c’era una sensibilità religiosa alla ricerca di grandi e solenni perdoni. Così è stata preparata la via per l’indulgenza plenaria come elemento principale del primo Giubileo del 1300.