Prima domenica di Avvento
Si apre davanti a noi l’itinerario dell’Avvento che segna l’inizio del nuovo anno liturgico. La liturgia della parola di oggi, ci invita a fissare lo sguardo del nostro cuore verso il compimento di tutta la storia. Tutte le tre letture insistono su questo: “ Alla fine dei giorni” dice il profeta Isaia, “ la notte è avanzata e il giorno è vicino”, afferma San Paolo, “ non sapete quando il Signore vostro verrà” ci avverte Gesù nel Vangelo. La Parola di Dio sembra voler dire che il nostro presente prende consistenza e forza dal futuro verso cui siamo orientati e vigiliamo. Perché vigilare? La seconda lettura e il Vangelo rispondono a questa domanda. Perché è urgente prepararsi all’incontro con il Signore. Ciò significa “svegliarsi dal sonno” dell’inconsapevolezza, del lasciarsi vivere, del fare come tutti per non rischiare più di tanto. San Paolo ci invita a vivere consapevolmente nella fede il nostro oggi, rivestendoci del Signore Gesù, “ indossando” i suoi sentimenti perché aderiscano alla nostra vita e gli imprimano la sua firma. Il Signore Gesù nel Vangelo ci avverte di non fare come i contemporanei di Noè che “mangiavano, bevevano” e non si accorsero di essere immersi nel suo Amore per loro, tutti presi dalle loro cose e non da Lui! Non lasciamoci occupare il cuore dalle cose da fare dimenticandoci dove siamo diretti, che senso ha la nostra vita: è dono e non possesso egoistico. Colui che c’è l’ha donata senza il nostro permesso, ci donerà anche di incontrarlo. Sarà un incontro imprevisto ed improvviso come quello di un ladro se non l’avremo atteso e preparato, oppure quello con il Signore della nostra vita se avremo vissuto l’esistenza come relazione profonda con Lui! Ciò che conta non è sapere “ quando” il Signore verrà, ma essere pronti fin da ora ad accoglierlo nelle quotidiane sorprese del suo Amore per noi!
