XXXIV Domenica del tempo ordinario
Giungiamo oggi al termine dell’anno liturgico e celebriamo la solennità di Cristo Re dell’universo. La prima lettura che l’odierna liturgia ci propone presenta il personaggio regale più famoso della Sacra Scrittura: Davide. La sua elezione è uno degli avvenimenti fondamentali della storia d’Israele, poiché la sua figura cristallizza nell’Antico testamento, l’attesa del Messia. Ma mentre la regalità di Davide rimane terrena, quella di Cristo – che sulla croce porta a compimento l’antica alleanza- dura per sempre, nella forza di un amore che rigenera e rinnova. Nella seconda lettura i primi tre versetti si collegano esplicitamente con il tema della solennità odierna: ci invitano a ringraziare il Padre che nel battesimo ci ha liberati dal potere delle tenebre e ci ha trasferiti nel regno del suo Figlio diletto. Segue il cosiddetto inno cristologico probabilmente noto come professione di fede nel contesto della liturgia battesimale che approfondisce il senso della regalità di Cristo. Terminiamo l’anno liturgico, accompagnati ancora dall’evangelista san Luca, scriba della mansuetudine di Cristo, con una pagina che ci presenta Gesù in croce che fa dono del suo regno al buon ladrone. E’ la fede che ci consente di riconoscere il re proprio nel crocifisso ed è proprio la croce il suo trono e il luogo della nostra piena riconciliazione. Con la sua morte, Gesù ci apre il regno: la sua croce è giustificazione di tutti gli ingiusti e salvezza del mondo, rivelazione e vicinanza di un Dio che è amore gratuito e che nella Sua misericordia si fa prossimo all’uomo peccatore.