XXXIII Domenica del tempo ordinario
Mentre si avvicina la conclusione dell’anno liturgico, i Vangeli sono sempre più caratterizzati dal tema escatologico. Gesù non soddisfa le sterili curiosità circa il futuro, e a coloro che gli domandano quando sarà la fine del mondo e quali saranno i segni, egli rifiuta di rispondere. E’ infatti venuto ad insegnarci che il mondo ha nel Padre il suo inizio e il suo termine, e ci chiama a vivere il presente in quest’ottica, l’unica che dà senso alla vita. In realtà, né le guerre, né le rivolte, né l’assedio e la distruzione di Gerusalemme preludono alla fine ma sono segni che indicano la continuità della storia e Gesù si serve di tali immagini non per lanciare previsioni terrificanti, ma per far capire che una grande novità bussa alla porta della storia. La novità salvifica di Dio è una realtà talmente grande e bella che esige che le sia fatto spazio, che siano abbattute le strutture che la ostacolano. In tutto ciò, Dio rimane fedele! Non bisogna, quindi, cedere allo sconforto, ma occorre attivare la speranza in vista della salvezza: come fecero i primi cristiani che dando l’annuncio della risurrezione di Gesù denunciavano la relatività delle cose terrene. E’ normale che tale messaggio, se proclamato e vissuto con coerenza, scateni la persecuzione del mondo. Tale fatto, però, è letto da Gesù in chiave positiva: “ avrete allora occasione di dare testimonianza” ( Lc 21, 13). Così, sostenuti dalla certezza dell’amore di Dio che scaccia ogni timore, ci impegniamo a contribuire all’edificazione del Regno di Dio, fiduciosi nella promessa con cui si conclude il Vangelo odierno: “Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita” ( Lc 21, 19).