Le origini della diplomazia vaticana: radice di una società internazionale armoniosa e pacifica
All’interno della Comunità Internazionale, la Santa Sede è uno degli attori diplomatici più antichi. La diplomazia pontificia vanta il titolo di prima diplomazia al mondo. Tramite azioni mediate e azioni dirette da parte di alcuni Pontefici, lo slancio diplomatico della Santa Sede ha contribuito in vari modi alla costruzione di una società internazionale armoniosa e pacifica, talvolta concorrendo alla risoluzioni di crisi di grave entità, talvolta portando all’attenzione della governance globale problematiche di respiro internazionale bisognose di interventi urgenti e mirati.
Prima di parlare delle origini della diplomazia pontificia, occorre sgombrare il terreno da un vizio di forma che, tuttavia, è pieno di sostanza. Molto spesso, infatti, erroneamente si usano le denominazioni “Santa Sede” e “Vaticano” come se fossero intercambiabili. Tale sovrapposizione è errata in quanto la Santa Sede e il Vaticano rivestono ruoli diversi sia dal punto di vista religioso, sia dal punto di vista politico. Tale distinzione diviene ancor più necessaria ove si tratti l’azione esterna pontificia. È infatti la Santa Sede che mantiene le relazioni diplomatiche all’interno dello scenario internazionale poiché essa è dotata di soggettività internazionale, un attributo che, ai sensi del diritto internazionale pubblico, tra le altre cose, legittima chi lo possiede a relazionarsi con gli altri attori dotati di soggettività internazionale. Alla Santa Sede è stata riconosciuta la soggettività internazionale molto tempo prima che venisse costituito lo Stato della Città del Vaticano, con la firma dei Patti Lateranensi (1929).
Le origini dell’azione internazionale pontificia affondano le loro radici nei primi secoli della storia della Chiesa. I primi membri del corpo diplomatico della Santa Sede possono infatti essere considerati gli emissari papali inviati nei primi Concili Ecumenici con la funzione di preservare l’unità e l’integrità della Chiesa. Nel V secolo appaiono gli apocrisari, rappresentanti del Santo Padre presso le autorità civili. Gli apocrisari verranno poi sostituiti con la figura del “legatus missus” del IX secolo. I Legati Pontifici erano in sostanza dei rappresentanti del Pontefice aventi la funzione di curare e rafforzare i rapporti esterni della Chiesa. A tal fine, essi venivano investiti non solo di poteri religiosi, ma anche di poteri civili. Bisogna arrivare al XV secolo per vedere l’istituzione di vere e proprie missioni permanenti della diplomazia pontificia. Le missioni permanenti avevano simili funzioni delle attuali Ambasciate ed assunsero la denominazione di “Nunziatura”. La prima Nunziatura venne stabilità presso la Serenissima nel 1488, alla corte del Doge. A seguire, altre Nunziature furono stabilite in altre zone d’Europa: Parigi (1500), Vienna (1513), Polonia (1555), Portogallo (1513), Belgio (1577).Grazie al francese Charles Maurice de Tayllerand, durante il Congresso di Vienna (1815) il Rappresentante Pontificio venne equiparato alla figura dell’Ambasciatore degli altri Stati, status giuridico che i rappresentanti diplomatici pontifici mantennero anche nel periodo in cui il Pontefice venne privato del potere temporale (1870-1929).
Dalla sua costituzione, la diplomazia pontificia ha sempre mirato e contribuito alla costituzione di una società internazionale armoniosa e pacifica facendo leva su azioni dirette e azioni di mediazione. Ad oggi, si contano circa 14 interventi diplomatici di rilievo effettuali dalla Santa Sede in ambito internazionale. Tra questi, si ricordano il monito di Papa Leone XIII rivolto all’Imperatore Menelik dell’Etiopia per la liberazione dei prigionieri italiani di guerra, l’intervento del Papa per evitare la guerra tra Spagna e Stati Uniti sulla questione di Cuba, nel 1898, la mediazione tra Cile e Argentina sul Canale di Beagle (1978). In tutti i casi, la diplomazia pontificia è guidata dal considerare gli Stati Comunità Internazionale come i membri di una famiglia mondiale, uniti dal sacro vincolo della fraternità.
